domenica 23 novembre 2008

E' una passeggiata; ci dicevano.... :P

Non si vede sangue, oppure se si vede e' pochissimo.. ci dicevano.





Cronaca di un parto.


Giovedi' 21/11/2008 ore 18.30.


Rientro a casa dal lavoro a piedi, giornata fresca, una tipica giornata d'inverno.


In casa ci sono i miei cognati coi figli, e insieme decidiamo di cominciare a montare l'attrezzatura del nascituro (il tempo scade il 25) in modo da averla pronta quando sara' il momento.


Mentre impazzisco con le istruzioni del telaio del passeggino mia moglie mi fa presente che forse ha delle contrazioni piuttosto forti a intervalli regolari. Cronometriamo e risultano ogni 10 minuti.


Decidiamo di andare all'ospedale per un controllo. Non si sa mai.


Ore 19.20
Entriamo in accettazione, le infermiere mettono la macchina del tracciato al pancione di mia moglie e ci lasciano soli col monotono rumore del cuore del bambino. Ci avvertono che se dovesse essere ricoverata verra' trasferita a Prato perche' la provincia di firenze e' stata invasa da un'ondata di parti colossale.


ore 19.40 dopo una ventina di minuti i valori del cuore del bambino calano un po', chiamo l'infermiera che fa mettere di profilo mia moglie e gli applica la mascarina dell'ossigeno.


Mi informano, mentre sfilano un bel po' di dottori nella stanza, che hanno trovato un posto per mia moglie e che sara' portata in sala travaglio subito. (comincio a preoccuparmi).


ore 20.00
Mia moglie viene fatta accomodare in sala travaglio e viene preparata per le flebo io, vestito come il dottor Kildare, rimango in disparte sentendomi un po' inutile. Da qui in poi, mancando un orologio nella stanza, abbiamo perso il senso del tempo e mi limitero' a raccontare gli eventi cosi' come li ho vissuti.


Passa non so quanto tempo scandito solamente dal suono della macchina del tracciato, riesco a intuire che quandoi i numeri verdi arrivano a 127 c'e' una contrazione, osservo mia moglie sdraiata di profilo che cerca di drmire mentre dalle altre stanze arrivano urla disumane.


Ripenso all'ostetrica che ci aveva fatto visitare la sala travaglio, proprio quella in cui ci hanno accomodato, e alle sue parole: " si le urla ci sono ma sono urla di potenza, come un sollevatore di pesi o come quando si fa una mossa di Karate'", "non c'e' qiuasi mai sangue non tema di svenire", "non c'e' mai un parto uguale all'altro".


Mia moglie mi distoglie dai pensieri dicendomi di chiamare l'ostetrico che forse ci siamo.


Da questo momento in poi e' stato come vivere la scena iniziale di "Salvate il soldato Ryan" quando si abbassa il portellone dell' LCVP e i fanti a bordo vengono investiti dal fuoco delle MG42.


Schizzi di sangue, urla. Al primo fiotto rosso mi sento mancare, la stanza gira e le gambe si piegano (fortuna che non avevo mangiato), aspetto che a mia moglie finisca la contrazione e
mi allontano un poco per sedermi, prendo fiato e a capo basso mi rimetto vicino al letto.


Altro schizzo consistente di sangue e altro mancamento, devo essere bianco come un cencio, mi vergogno anche un po' visto che mia moglie non emette un gemito. Esco un secondo dalla stanza per riprendere fiato, l'aria nel corridoio e' un po' piu' fresca e mi rida' forza. Rientro e idea geniale, mi piazzo vicino alla testa in ginocchio, non vedo e la mia pressione cosi' rimane piu' stabile (una genialata). Seguono tre ore e mezzo di "spinga" e schizzi di sangue, tra una stanza travaglio e una sala "operativa", niente da fare il piccino scende poco e si incastra nell'osso del pube.



Quando per l'ennessima volta il battito del piccino sembra abbassarsi chiedo alla dottoressa"non sarebbe il caso di fare un cesareo e' tre ore che si spinge (notare il "si") e npon si arriva a nulla se non al calo del battito?". Forse mossa a compassione dalle mie parole o forse perche' gia' decisa fa preparare la sala operatoria e devo salutare mia moglie, li non mi fanno entrare.


Mi cazziano perche' sono nel corridoio e non nella stanza dove mi chiudono per un bel pezzo.



Ore 4.39
Arriva un'infermiera con la mascherina di corsa, ha una sorta di culla in vetro con dentro un fagotto verde immobile, mi dice qualcosa sul tipo "narcosi" e si chiude col pediatra nella stanzetta davanti alla mia.



Ore 4.41
Sento un piccolino che piange, mi sembra che mi abbiano buttato addosso una cisterna d'acqua, e' il suono piu' bello che abbia mai sentito.



ore 4.50
Il pediatra apre la porta sorridente e mi fa cenno con la mano di avvicinarmi, entro lentamente e la prima cosa che vedo sono deu gambette che si agitano da una vasca di vetro sotto una lampada. E' un po' sotto tono muscolare, mi spiega il dottore mentre massaggia il piccino, segno che nell'ultimo periodo ha avuto qualche problema col cordone, mi risponde sorridendo che i "pezzi ci sono tutti" (domanda da modellista) e che sta' bene, deve solo stare al caldo perche' disperde molto calore. Lo portano al nido per tenerlo nella culla termica finche' non sara' stabilizzato.


Ore 5.30
Riportano mia moglie che infagottata nelle coperte con un filo di voce mi dice che ha molto male dopodiche' si addormenta profondamente.



Ore 7.00
Mi dicono che posso uscire per prendere un caffe' e che sistemeranno mia moglie in una stanza accanto.


Ore 7.30
Rientro per lasciare la borsa di mia moglie sotto il letto, l'hanno sistamata nella stanza di fronte dove continuano a affluire tutte le donne che hanno partorito e non hanno trovato posto in corsia (pare che anche Prato sia pieno zeppo).



Ore 8.00
Il pediatra mi avverte che appena arriva la sua collega dovro' firmare dei fogli che poi firmero' alle 9.30 per poi andare finalmente un po' a casa a riposare.

"Che nottata e'?" mi dice il pediatra... "..che nottata!" rispondo




Lorenzo 21/11/2008.

Stay tuned

3 commenti:

tom ha detto...

E' bellissimo! Come la tua simpaticissima e dettagliata blog-cronaca ;) Complimentissimi!Salutone a Te e Family! ;) -Tom-

Marco 'Hummel' Barlesi ha detto...

Grazie.. a breve un "diario di guerra" sui primi giorni di paternita'.

*Giulia* ha detto...

Augurissimi anhe alla mamma...è davvero bello!